Tra le tante varietà di mele ce n’è una in particolare, che possiamo considerare un vero e proprio capolavoro naturale: stiamo parlando della Mela Annurca campana.
Questo frutto dalle antiche origini racchiude in sé tradizioni e virtù della sua terra. Non a caso anche alcuni affreschi della Casa dei Cervi rinvenuti ad Ercolano testimoniano la sua storia millenaria.
“Anche se sapessi che la fine del mondo è per domani, io andrei ancora oggi a piantare un albero di mele.”
Lutero
Mela Annurca Campana: produzione
Carnosa, succosa e profumata, la mela annurca riesce a sedurre con la sua bellezza imperfetta. Compatta, opaca e dalla forma irregolare questa mela è dotata di straordinarie proprietà nutritive.
La produzione si concentra in alcune province della Campania: l’area Giuglianese-Flegrea, Maddaloni, l’Aversano, Teano, Taburno, Telese con una interessante presenza anche nella zona del vesuviano. Dal 2006 ha acquisito la denominazione I.G.P. “Melannurca” Campania.
Il processo di maturazione
Il suo inconfondibile sapore è dovuto al particolare processo di maturazione, una straordinaria alchimia che si instaura tra zuccheri ed acidi.
Dovete sapere, infatti, che la mela annurca ha un peduncolo corto e debole che provoca l’inevitabile caduta del frutto in terra. Per questo i coltivatori anticipano la raccolta nel mese di Settembre alla quale segue il particolare processo di maturazione.
In questa pratica c’è davvero tutta la magia di un’antico rito. Le mele sono posate su un letto di paglia e periodicamente girate a mano una ad una, prima da un lato e poi dall’altro. Infine, la sera sono annaffiate per evitare che perdano acqua.
Da questa pratica antica si deve proprio il nome stesso di “annurca” che in latino significa addolcire. Il nome rievoca quasi il suono della ninna nanna con cui una mamma accompagna nel sonno un bambino.
In questo dolce cullare, mostrare al sole e riparare questo frutto, c’è tutto l’amore di contadini eroici. Un amore per la natura, la terra e i suoi colori. Un frutto che è metafora di vita.