Nell’agro della pre-Murgia barese sorge la cittadina di Toritto, un luogo in cui la vita scorre ancora seguendo il ritmo lento della natura e le cui pietre raccontano una storia che risale all’Alto Medioevo.
In questo piccolo comune si estendono rigogliosi ettari di mandorleti da cui nasce un prodotto simbolo di tradizione e qualità: la Mandorla di Toritto.
Il mandorlo, solito ad annunciare l’arrivo della primavera, è divenuto simbolo di speranza e rinascita anche per la stessa cittadina grazie all’impegno di Slow Food.
Proprietà organolettiche e caratteristiche
La tradizione della mandorlicoltura a Toritto nasce nel Risorgimento, quando i piemontesi per sopprimere il fenomeno del brigantaggio rasero al suolo folti boschi (luoghi di rifugio per i briganti) e piantarono mandorli, i quali ben si adattarono al clima e al terreno.
Le varie cultivar del prodotto portano i nomi dei primi produttori torittesi. Tra questi ricordiamo la Antonio De Vito, dal mallo verde chiaro e seme grande e dolce e la Genco, dal sapore meno dolce e di piccole dimensioni.
Ma la più diffusa ed apprezzata è senza dubbio la Filippo Cea. Di questa varietà ancora esiste la secolare pianta madre come racconta il libro “La leggenda della mandorla Filippo Cea” di Elettra Ceglie, discendente dell’agronomo che ha selezionato questa mandorla.
La mandorla Filippo Cea è un prodotto semplice ma al contempo altamente nutriente. Ricca di oli essenziali e vitamina E, aiuta anche a contrastare il colesterolo grazie alla presenza di grassi acidi. Questa mandorla è molto utilizzata nella confetteria, gelateria, cosmesi, ma soprattutto in pasticceria nel rivestimento di torte.
La Filippo Cea, infatti, è dotata di un sapore particolarmente dolce e aromatico e una consistenza pastosa. Inoltre, vede un utilizzo sempre più crescente come base alternativa per prodotti lattiero-caseari vegetariani.
La Mandorla di Toritto: produzione
La fioritura del mandorlo di Toritto avviene all’inizio di marzo e i frutti vengono raccolti tra la fine di agosto e l’inizio di settembre. Attraverso la tradizionale tecnica della bacchiatura, i rami sono percossi con pertiche di castagno, in modo che i frutti maturi cadano a pioggia su panni stesi a terra.
Il passo successivo è la rimozione del mallo (la buccia più esterna) che oggi avviene con un’apposita macchina detta smallatrice, mentre un tempo era un lavoro riservato a donne e bambini.
Infine si procede all’essiccazione per rimuovere l’umidità. I produttori si affidano alla tradizione, lasciando essiccare i frutti al caldo sole delle campagne.
Festival della Mandorla di Toritto
Per conoscere da vicino questo prestigioso prodotto, l’occasione migliore è il Gran Galà della Mandorla di Toritto che si svolge ogni anno a fine ottobre nell’omonima cittadina.
Il festival, si svolge in due serate all’insegna di musica, degustazioni, balli, convegni scientifici, show cooking, spettacoli e tanto divertimento. Insomma, non solo una semplice sagra, ma un vero e proprio evento a 360 gradi interamente dedicato alla regina della città, la mandorla di Toritto!