La tipologia di pianta, diffusa nella zona della bassa Campania, appartiene alla pregiata varietà Dottato, il cui frutto è l’apprezzato fico bianco del Cilento.
In questa zona, i metodi di preparazione del fico bianco del Cilento sono ancora artigianali, sia nelle piccole aziende che nelle famiglie. Preparati secondo l’antica tradizione sono i fichi ‘mpaccati, ovvero ripieni di noci, mandorle, scorzette d’arancia o di limone e di finocchietto selvatico. Successivamente, infilati in due “stecche” e per questo detti anche steccati.
Ma scopriamo di più su questo frutto prelibato…
Un po’ di storia
Del fico bianco del Cilento parlavano già Catone e Varrone, in quanto si trattava di alimento base nei pasti poveri dei contadini e di una vera ricchezza per l’economia della zona. Col passare dei secoli le cose non sono troppo cambiate, visto che ancora oggi in Cilento i fichi vengono consumati come il pane, in modi differenti a seconda dei periodi dell’anno e in prodotti sempre più innovativi.
Persino Angel Keys, studioso americano inventore della famosa Dieta Mediterranea, verso la fine della seconda guerra mondiale, ne apprezzò le proprietà nutrizionali, e prima di andare a dormire mangiava due fichi secchi ogni sera.
Infatti, Keys, sbarcato sulle coste tirreniche campane, nella zona di Paestum, in provincia di Salerno, scoprì quello che per lui era un ignoto regime alimentare, fatto di pane, pasta, verdure, legumi, olio d’oliva e solo in misura minore di pesce e carne, quello che oggi chiamiamo “Dieta Mediterranea”. Tra i tanti prodotti scoperti, ebbe il piacere e la meraviglia di imbattersi anche nei famosi Fichi Cilentani.
Produzione e Caratteristiche
I fichi bianchi del Cilento sono prodotti straordinari, vere e proprie perle di un artigianato di nicchia. La produzione ha i suoi tempi. I fichi si iniziano a vedere sugli alberi già molto tempo prima che arrivi la calda stagione.
Nel mese di luglio crescono velocemente sotto i raggi di un sole cocente, temendo che il clima non faccia brutti scherzi, una grandinata violenta o le tempeste d’estate.
Agosto è, invece, il mese della raccolta. Molti dei fichi, raccolti a mano, uno ad uno, sono da essiccare o, prima ancora, da “munnare”, termine autoctono che indica il lavoro con cui pazienti lavoranti tolgono la buccia fresca ai fichi appena raccolti, prima di metterli ad essiccare tutti assieme senza più la buccia.
C’è una grande varietà di creazioni che si possono ottenere a partire da questo frutto, come ad esempio la ficata (crema di fichi e carrube), il capocollo di fichi o la tisana di foglie di fico. Oppure abbinamenti perfetti come il classico prosciutto crudo e fichi.
Insomma, si tratta di una vera poesia del gusto. Un cibo dalle origini povere si è trasformato in un prodotto ricercato ed esclusivo. Perché in fondo la semplicità è la vera ricchezza.