Nello splendido borgo marinaro di Cetara, albergato nell’incantevole cornice della Costiera Amalfitana, si pratica la pesca di un vero e proprio diamante marino: le alici.
Dalla forma slanciata e dalla colorazione verde-azzurra con note argentate, andiamo a scoprire tutte le curiosità, la storia, il metodo di pesca e i migliori abbinamenti assolutamente da provare!
Come vengono pescate le Alici di Cetara?
Le Alici di Cetara hanno rappresentato per secoli uno degli alimenti più consumati e apprezzati dalla popolazione costiera.
Il loro metodo di pesca segue le rigide regole della tradizione locale.
Nell’antichità, si utilizzava una tipica rete, la menaide, lunga circa 400 metri e alta non più di 15 metri.
Le sue maglie lasciavano passare le alici più piccole, mentre catturavano le altre, le quali si recuperavano successivamente a mano, una per una.
Il periodo della pesca partiva nella fine di Aprile e culminava nelle prime settimane di Settembre; il risultato si salava e si conservava in appositi barili.
Nei primi decenni del XX secolo i pescatori cetaresi sostituirono la menaide con un altro tipo di rete: la lampara.
Questa, a differenza della sua antenata, presentava una forma ad imbuto, si distendeva in verticale e si teneva a in superficie grazie a dei sugheri.
Nella notte, una barca attirava i pesci grazie ad una sorgente luminosa, un’altra, immediatamente dopo lo spegnimento di quest’ultima, calava la lampara.
Attorno al 1950 si sostituì la lampara con un innovativo metodo di pesca con reti detta a cianciolo; una volta che si attiravano le alici con la fonte luminosa, essa circondava i pesci, lasciandoli senza via di uscita.
La Colatura di Alici di Cetara
La famosissima e gustosa Colatura di Alici di Cetara affonda le sue radici nell’antica Grecia, nella salsa che i Greci chiamavano “Garon”, la quale si otteneva dal pesce “Garos” (le alici).
I Romani lo introdussero nel II secolo a.C. e gli attribuirono un altro nome, ossia “Garum”.
La produzione della Colatura di Alici di Cetara partì invece nella metà del XVIII secolo, grazie all’ intuizione dei monaci della canonica di San Pietro a Tuczolo, un colle vicino ad Amalfi.
Essi praticavano la pesca delle alici, le privavano di testa e interiora e le conservavano a strati con il sale grosso nelle botti di legno.
Sulla copertura si poneva un masso che fungeva da pressa; il liquido in eccesso colava così sul fondo e il suo inconfondibile profumo colpì subito i monaci, i quali decisero di portarlo in cucina.
Il cuoco della canonica decise quindi di condire alcuni piatti con quel nuovo liquido; il successo fu immediato e il liquido incominciò ad essere donato agli abitanti dei paesi vicini: nacque così la Colatura di Alici di Cetara.
Le Alici di Cetara in cucina…
Fresche o marinate, sott’olio, sott’aceto o sotto sale: sono queste le versioni più amate per assaporare al meglio questa prelibatezza, senza dimenticare la loro Colatura!
La versione più classica ma che vi farà venire l’acquolina in bocca, è il crostone di pane, burro e Alici di Cetara.
Attenzione alla scelta del pane, noi vi consigliamo di dare un’occhiata a due pezzi da novanta della panificazione italiana: il pane di Lariano o quello di Genzano.
Se desiderate un mix tra le note saporite delle Alici di Cetara e un qualcosa di dolce-amaro, non potete fare altro che abbinarle con le crucifere; come dire di no davanti ad un piatto di alici e puntarelle romane, oppure con i favolosi chiacchietegli di Priverno, i broccoletti in via d’estinzione.
Festa della Colatura di Alici di Cetara
Ogni anno, nella prima metà di Dicembre, si svolge a Cetara la festa della Colatura di Alici.
Qui, oltre a degustare questa meraviglia e altri prodotti tipici favolosi, è possibile partecipare a convegni di studi su avvenimenti storici di Cetara e della Costiera, alla presentazione di nuove ricette e all’assegnazione del premio Ezio Falcone.
Quest’ultimo prevede una vera e propria sfida ai fornelli tra gli appassionati della Colatura di Alici di Cetara, compresi Giornalisti e Food Blogger.
Buon Appetito!