Protagonista indiscusso delle merende di tutti gli italiani, meglio ancora se accompagnata da una fetta di pane casereccio, come il pane di Lariano o di Genzano, è senza dubbio il Salame Corallina.
Questo salame tipico racconta, infatti, un’Italia fatta di eccellenze, che rappresentano motivo di vanto per il nostro Bel Paese.
La filosofia alla base è la ricerca del gusto, che possa deliziare prima di tutto i palati, dai più ai meno raffinati.
Salame Corallina: Cos’è e come si prepara
Il Salame Corallina deve il suo nome al particolare budello che la contiene: il “corallo budello gentile”, ovvero il primo tratto del colon del suino.
L’impasto è costituito da un insieme di carne magra e parti grasse del maiale, che si può conservare naturalmente a lungo senza alterazione delle qualità del prodotto.
Questo salume, infatti, è una preparazione a base di maiale. Le parti più magre della carne, generalmente le spalle e i pancettoni, si lavorano in un impasto fine, con l’aggiunta del lardo a cubetti (circa il 30% del prodotto). Il tutto è, infine, aromatizzato con sale, pepe e altri aromi naturali.
Una caratteristica distintiva del salame corallina, infatti, è che le parti grasse ridotte a cubetti non si toccano mai tra loro, mentre la parte magra viene finemente tritata.
Una volta insaccato nel budello naturale, la sua lavorazione procede con la fase di stagionatura, che dura dai tre ai cinque mesi. Terminata questa fase, si ottiene un prodotto morbido e corposo e dal gusto inconfondibile!
Ottimo per essere abbinato a qualsiasi tipo di carboidrato, soprattutto pane e focaccia e accompagnato da un buon vino, meglio se rosso.
La storia e le origini
Sebbene sia estremamente noto nella tradizione romana dove viene particolarmente apprezzato, l’origine di questo insaccato è umbra, precisamente il salame corallina nasce nel cuore di Norcia.
Dietro questo eccellente prodotto troviamo l’antica sapienza contadina, capace di creare sapori indiscutibili. Sempre secondo la tradizione umbra, è bene che il salame si riposi in luoghi asciutti e particolarmente areati, riscaldati rigorosamente da stufe a legna.
Principalmente nella tradizione romana, invece, questo insaccato è parte integrante della tradizione culinaria Pasquale. Anticamente, infatti, veniva prodotto dai laboratori artigianali di norcineria solo per questo periodo.
Era, ed è ancora oggi, un elemento essenziale della colazione, consumata proprio la mattina del giorno di Pasqua. Accompagnato dalla pizza al formaggio, le uova sode e ad un ottimo bicchiere di vino.
Oggi, invece, la maggior parte degli italiani consumano abitualmente questo salame, sfruttando le combinazioni più semplici. Per esempio, in abbinamento ad un fresco e fragrante pane casereccio.