Nel cuore della Tuscia, più precisamente tra la riserva naturale del Monte Rufeno, il Poggio del Torrone ed il lago di Bolsena, si coltiva un prodotto davvero unico: la lenticchia di Onano. Questa lenticchia, insieme al cece del solco dritto, rappresentano la tradizione culinaria dell’Etruria.
Questo straordinario legume, che fa anche parte dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (PAT) ed è presidio Slow Food, ha una tradizione antichissima.
Si ritiene, infatti, che questa lenticchia fosse coltivata in queste terre già a partire dall’epoca etrusca. Successivamente, intorno al ‘600 approdò anche alla corte del Palazzo dei Papi a Viterbo. Per questo è conosciuta come la Lenticchia dei Papi.
La lenticchia di Onano è tonda, piatta e di piccole dimensioni. Dai sentori erbacei e dal colore scuro, presenta diverse sfumature di marmorizzazione ed una pelle quasi impercettibile.
Oggi, grazie alle caratteristiche uniche di questi terreni vulcanici, continua ad essere prodotta ed apprezzata in tutta Italia per il suo sapore pieno e sapido e per la consistenza tenera dopo la cottura.
La lenticchia di Onano in cucina
Le ricette che si possono preparare con questo straordinario legume sono davvero tante!
La lenticchia di Onano è perfetta in minestre, zuppe, abbinata a diversi tipi di pasta corta (come ad esempio i quadrucci) ma anche come semplice contorno o in umido per piatti a base di selvaggina.
Proprietà organolettiche
Ricca di proteine, fibre, carboidrati, sali minerali, vitamine e sostanze antiossidanti, questa lenticchia oltre ad essere un prodotto prelibato è un alimento particolarmente nutriente.
Oggi è ancora presente sul mercato grazie alla tenacia di quei piccoli agricoltori di orti familiari, che lavorando la terra ogni giorno difendono con coraggio questa speciale varietà di leguminosa.